Questo per dare una spiegazione ad una frase che ho scritto nella mia presentazione in Home, cioè che avrei voluto lavorare fino alla fine dei miei giorni.
Il lavoro mi ha, talvolta, resa accessibile la felicità.
Vorrei aggiungere che mi ha dato sempre molto da pensare che a scrivere quella frase fosse un sopravvissuto del campo di concentramento di Auschwitz, sul cancello del quale campeggiava atrocemente beffarda la scritta ARBEIT MACHT FREI.