Primo ad Asolo e secondo a Colle Umberto. La castigata me la merito. Mi sta bene: così la prossima volta imparo che vincere concorsi importanti NON costituisce una garanzia di vittoria anche per quelli che lo sono meno, e che TUTTI i concorsi vanno preparati al top, non solo quelli più prestigiosi. Quali poi potranno essere i risultati anche dopo che avrò dato il massimo è un altro paio di maniche: le valutazioni delle giurie sono talvolta sorprendenti e, comunque, quello del formaggio può essere in agguato dove meno te l'aspetti. Ma almeno non avrò niente da rimproverarmi.
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Era importante per me vincere Asolo, un prestigioso concorso internazionale. Era importante, è andata bene, e in più mi resta un ricordo. Al momento delle premiazione, tra le autorità cittadine, l'organizzatore della biennale e la giuria esaminatrice al gran completo, c'era anche lui, Giuliano Vangi. Chiamato sul palco prima degli altri, il grande scultore che l'indomani sarebbe stato insignito del premio alla carriera, era stato presentato al pubblico. Quand'è stato il mio turno ho fatto la consueta passerella con sorrisi, strette di mano ai signori e baci alle signore. Alla fine della fila l'ultimo era lui, con la sua corporatura minuta e lo sguardo serenamente attento. Una stretta di mano, reciproci complimenti e ho lasciato il palco. Più tardi stavo preparandomi al rientro quando ho pensato di dare un'ultima occhiata ai miei due lavori esposti. Lui era là, e li stava guardando. Inevitabile la domanda se gli piacessero, e lui, come accarezzandoli con un gesto misurato della mano: "Mi piacciono questi silenzi."
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AuthorAbito a Conegliano, ho studiato a Treviso e a Venezia, e ho disegnato tutta la vita. Archives
Dicembre 2014
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