Marco  Rosellini
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BIENNALE ASOLO 10 06 2014 PRIMO CLASSIFICATO GRAFICA
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NOV 2014 PRESENTE NEL CATALOGO DELL'ARTE MODERNA
Mi chiamo Marco perché mia madre, veneziana, sentendosi un'esule a Treviso dov'era andata ad abitare da sposata, ha voluto dare a uno dei suoi figli un nome che ricordasse l'adorata città che aveva lasciato; Rosellini perché la famiglia di mio padre, toscano, è ab antico originaria di Roselle, città-stato della dodecapoli etrusca sulle pendici del Poggio di Moscona, abbandonata da secoli dai suoi abitanti (dai Rosellini, appunto) ed ora sito di scavi archeologici. 
Alla luce di tutto questo, quand'ero piccolo pensavo che incontrare altri col mio nome e cognome potesse essere all'incirca come incontrare i marziani: fantascienza. Oggi, con Internet, molte cose che allora erano fantascienza sono diventate realtà, e non poteva mancare che arrivassero anche i marziani: non pochi altri Marco Rosellini sono in rete e, per di più, se ne aggiungono continuamente di nuovi. Ho messo una mia fotografia nel tentativo di recuperare un'individualità nel Web e rendere più agevole la mia identificazione in un villaggio globale tanto spersonalizzante. 

Spero che in questo facciano la loro parte anche i miei inchiostri.
Ho disegnato tutta la vita. Per gioco da bambino, per hobby da adolescente, per lavoro da adulto. A casa, a scuola, all'università, in studio, oppure in giro per le fabbriche e per i cantieri. A tutte le ore. Praticamente non ho fatto altro.

Per lavoro l'ho fatto svolgendo la mia attività professionale di designer nei campi dell'Industrial Design e dell'Interior Design (ma anche molto in quelli dello Shop, del Lighting, e dell'Architectural Design). Più di vent'anni fa ho lasciato il tavolo da disegno per il computer e, inevitabilmente, ho perso familiarità con penne e matite finché,
 alla fine del 2012, ho posto termine all'attività lavorativa e, per piacere personale, mi sono scrollato di dosso la ruggine e ho ripreso a disegnare a mano. 
Per farlo ho scelto gli inchiostri. In particolare i neri cromatici. L'uso di penne e pennelli è ritornato ad essere un hobby e, con la partecipazione ai concorsi, è tornato anche ad essere un gioco.
Il disegno come gioco di bambino ha avuto termine in seguito alla scoperta della tecnica grafica nel libro di disegno di prima media di mio fratello maggiore, avanti di me di un anno. In quell'istante l'incrociarsi fra curiosità e attitudine ha provocato qualcosa che ha segnato indelebilmente tutta la mia vita. (Ricordo ancora bene quel libro: si chiamava "L'O di Giotto"). Da ragazzo il disegno praticato sia come attività liberatoria che come possibilità di incontro, dialogo e confronto con altri di uguali interessi, pur avendomi portato a frequentare gallerie e a partecipare a mostre collettive giovanili, non ha trovato rispondenza in studi specifici, rimanendo relegato, come espressione artistica pura allo stato di hobby. L'inizio dell'attività lavorativa ne ha poi segnato la fine: un sarto, si sa, non sceglie il ricamo come hobby a cui dedicarsi nei weekend. 
Ho aperto questo sito, in continuo aggiornamento, per pubblicare quello che sto facendo. Chi mi fa visita può, se lo desidera, lasciare il suo commento sul blog oppure scrivermi, ed è il benvenuto.


U           L           T           I            M           O                 A           G           G           I            O           R           N           A           M           E           N           T           O                 20            08            2014
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