Marco  Rosellini
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Licio Damiani

13/12/2014

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All'inaugurazione della mia personale alla Galleria La Loggia di Udine era presente anche lui, Licio Damiani, importante scrittore, giornalista, storico e critico dell'arte. Per sua cortesia ha voluto lasciarmi sul libro degli ospiti due righe lusinghiere che riporto:
 
"Una Venezia incantevole e metafisica resa con una scrittura limpida fino all'astrattismo. 
A Marco Rosellini, cui mi legano affinità fonetiche, Licio Damiani".

La chiusura è arguta, e mi sembra ancora di vederlo sorridere nello scriverla: le affinità fonetiche sono in realtà difficoltà. Entrambi abbiamo subito lo stesso intervento alle corde vocali che inevitabilmente provoca un sensibile abbassamento della voce.
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E' andata così.

18/5/2014

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Primo ad Asolo e secondo a Colle Umberto. La castigata me la merito. Mi sta bene: così la prossima volta imparo che vincere concorsi importanti NON costituisce una garanzia di vittoria anche per quelli che lo sono meno, e che TUTTI i concorsi vanno preparati al top, non solo quelli più prestigiosi. Quali poi potranno essere i risultati anche dopo che avrò dato il massimo è un altro paio di maniche: le valutazioni delle giurie sono talvolta sorprendenti e, comunque, quello del formaggio può essere in agguato dove meno te l'aspetti. Ma almeno non avrò niente da rimproverarmi.
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Premio Internazionale Biennale d’Arte di Asolo

16/5/2014

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Era importante per me vincere  Asolo, un prestigioso concorso internazionale.  Era importante, è andata bene, e in più mi resta un ricordo.  Al momento delle premiazione, tra le autorità cittadine, l'organizzatore della biennale e la giuria esaminatrice al gran completo, c'era anche lui, Giuliano Vangi.  Chiamato sul palco prima degli altri, il grande scultore che l'indomani sarebbe stato insignito del premio alla carriera, era stato presentato al pubblico.  Quand'è stato il mio turno ho fatto la consueta passerella con sorrisi, strette di mano ai signori e baci alle signore.  Alla fine della fila l'ultimo era lui, con la sua corporatura minuta e lo sguardo serenamente attento.  Una stretta di mano, reciproci complimenti e ho lasciato il palco. Più tardi stavo preparandomi al rientro quando ho pensato di dare un'ultima occhiata ai miei due lavori esposti.  Lui era là, e li stava guardando.  Inevitabile la domanda se gli piacessero, e lui, come accarezzandoli con un gesto misurato della mano: "Mi piacciono questi silenzi."  











































 
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A proposito di Primo Levi

7/2/2013

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Primo Levi scrive ne La chiave a stella che "il tipo di libertà più accessibile, più goduto soggettivamente, e più utile al consorzio umano, coincide con l'essere competenti nel proprio lavoro, e quindi nel provare piacere a svolgerlo" ma la frase sarebbe stata più sulle mie corde se al posto di libertà avesse usato la parola felicità. Perché è così cambiata che di solito mi torna alla memoria.
Questo per dare una spiegazione ad una frase che ho scritto nella mia presentazione in Home, cioè che avrei voluto lavorare fino alla fine dei miei giorni.
Il lavoro mi ha, talvolta, resa accessibile la felicità. 

Vorrei aggiungere che mi ha dato sempre molto da pensare che a scrivere quella frase fosse un sopravvissuto del campo di concentramento di Auschwitz, sul cancello del quale campeggiava atrocemente beffarda la scritta ARBEIT MACHT FREI. 
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Data di nascita di questo sito

6/2/2013

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    Author

    Abito a Conegliano, ho studiato a Treviso e a Venezia, e ho disegnato tutta la vita.
    Per gioco da bambino, per svago e per motivi scolastici da adolescente, per lavoro da adulto nell'esercizio della mia professione di designer.
    Il disegno come gioco ha avuto termine nel momento in cui ho scoperto la tecnica grafica, rimanendone affascinato, ne L'O di Giotto, il libro di disegno di prima media di mio fratello maggiore, avanti di me di un anno.  
    Negli anni dell'adolescenza e della gioventù il disegno e la pittura, praticati come attività artistica liberatoria e come tramite di incontri, dialoghi e confronti con altri di uguali interessi, pur avendomi portato a entrare nell'ambiente artistico trevisano, alla frequentazione di gallerie e a partecipazioni a collettive, non hanno poi trovato rispondenza nella scelta di studi specifici, rimanendo relegata l'espressione artistica pura allo stato di svago per il tempo libero. 
    L'inizio dell'attività lavorativa ne ha poi segnato la fine: un sarto, si sa, non sceglie il ricamo come hobby a cui dedicarsi nei weekend.
    Dalla fine del 2012 ho smesso di lavorare e l'uso di penne e pennelli è tornato ad essere esclusivamente un piacere personale.

    Oltre alla motocicletta, naturalmente.

    Dal 2013 ho ripreso pubblicamente l'attività artistica. A tempo pieno.

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